Da Soveria Mannelli a Catanzaro in elisoccorso, la buona sanità salva la sua vita

La gratitudine dei familiari della signora De Grazia ai soccorritori e la riflessione sull'importanza di non privare i paesi di strutture mediche specializzate

È certamente una storia di buona sanità quella vissuta della signora De Grazia che lo scorso 13 gennaio,  è stata soccorsa dal personale paramedico e medico del 118 lametino, che ha agito prontamente per trasferirla con elisoccorso dall’ospedale di Soveria Mannelli a quello del capoluogo calabrese per salvarle la vita a seguito di un infarto.

È senz’altro anche una storia che fa riflettere sull’importanza di avere figure preparate che possano agire in maniera capillare ed efficace su tutto il territorio calabrese e sulla necessità di non privare i paesi, come ad esempio Soveria Mannelli, che distano molti chilometri dagli ospedali specializzati, di presidi ospedalieri funzionanti, garantendo sempre la presenza sul territorio di strumenti di intervento medico adeguati.

I familiari della donna hanno voluto ringraziare  tutti coloro che sono intervenuti tempestivamente nel delicato momento, sottolineando la grande umanità e professionalità dei professionisti intervenuti in sinergia: ”

Il personale infermieristico e paramedico ha operato con professionalità e umanità, ma in ambulanza non c’era il medico per il trasporto presso il nosocomio di Lamezia Terme.

Gli infermieri all’interno hanno operato con costanza e umanità, ma senza certezza alcuna, vista la situazione e l’assenza del medico in ambulanza – si legge in una lettera inviata dal figlio della donna al Comitato Pro Ospedale del Reventino – È stato allertato il 118 di Lamezia Terme e il fato ha permesso che arrivasse un cardiochirurgo, il dottor Alfonso Sciangula che ha operato scelte straordinarie, allertato l’elisoccorso e trasferito la paziente presso il Pugliese. Arrivata a Catanzaro, è stato possibile salvarle la vita con intervento urgente.

Scrivo per ringraziare quanti hanno permesso a mia madre di essere qui – prosegue l’uomo anche a nome dei suoi fratelli – Un sentito ringraziamento all’infermiera Anna Fiore e a tutto il personale in servizio. All’infermiere Pino felice, alla dottoressa Giovanna Spina, al personale infermieristico del 118 e al Dottor Sciangula che ha, con determinazione, cambiato il destino. Tanto è dovuto per ricordare la necessità di avere una struttura che funzioni e non privi il territorio di personale specializzato e degli strumenti adeguati – conclude nell’incisiva riflessione – Abbiamo bisogno di certezze in un’area logisticamente priva di ospedali vicini.

Abbiamo bisogno che le figure presenti siano supportate in questo percorso difficile. Soveria deve ottenere il giusto valore perché una vita vale più di qualsiasi posizione politica. Sinceramente grati.”