Sanità, un contenzioso “indeterminato” che pesa sulla qualità di servizi e assistenza

La Procura della Corte dei conti stima una esposizione di 842 milioni, ma i dati non sono completi: oltre il 15% delle controversie riguarda la responsabilità civile per errori medici

I contenziosi delle Aziende sanitarie calabresi attirano l’attenzione della Corte dei Conti, che nella relazione illustrata nel corso dell’udienza di parifica, nei giorni scorsi, trovano spazio di approfondimento da innescare altrettante riflessioni.

Tra le pieghe dell’articolata relazione, si parla infatti anche del valore dei contenziosi delle aziende sanitarie calabresi – che viene definito in larga parte “indeterminato” – mentre a causa dei ritardi sui riparti le strutture sanitarie subiscono la “povertà” finanziaria senza che il management ne sollevi il problema. I problemi che affliggono le casse delle aziende si ripercuotono fortemente sulla quantità e qualità delle cure offerte ai cittadini calabresi.  L’unica soluzione è la presa d’atto con il costante ricorso alle anticipazioni di tesoreria, che solo nel 2022 ha prodotto almeno venti milioni di interessi nei confronti delle banche: milioni che potevano essere spesi in assistenza.

La Procura della Corte dei conti, quindi, fotografa la situazione di un sistema indebolito che condiziona in negativo i cittadini, non solo dentro i reparti ma anche nella percezione complessiva. La stessa che produce una costante fuga fuori regione per cure migliori. Secondo quanto emerge dalla relazione della Corte dei conti il 15,30% delle controversie riguardano responsabilità civile derivante da errori medici “a fronte, comunque, del consistente numero dei giudizi instaurati nei confronti di fornitori e debitori anche in ordine alla tematica del ritardo nei pagamenti delle transazioni commerciali, ed in disparte le controversie afferenti al diritto del lavoro”. Una diretta conseguenza di un sistema impoverito di uomini, mezzi e tecnologie ben prima dell’inizio del commissariamento dodici anni fa.

I giudici contabili stimano circa 842 milioni di euro di “esposizione potenziale”. Una cifra “estremamente allarmante” che si aggiunge a spese legali ed interessi per oltre 49 milioni di euro. Ma si tratta comunque di ipotesi, perché alcune aziende ancora non hanno idea. Solo le Asp di Vibo Valentia e Catanzaro al momento si trovano con cinquantotto cause dal valore indeterminato. I giudici contabili precisano meglio questo passaggio. Circa 352 milioni pesano sull’Asp di Catanzaro, con 21 milioni di interessi. Tredici cause però hanno “valore indeterminabile”. All’Asp di Vibo Valentia ci sono circa 109 milioni di euro di contenzioso e ben quarantacinque cause dal valore “indeterminato”.

La Procura sollecita la conclusione della ricognizione del contenzioso, ma la strada resta parecchio in salita. In sostanza c’è ancora grande «opacità contabile» nel settore sanitario, che si aggiunge all’incertezza “circa l’effettivo controllo dei processi di spesa della gestione corrente; incertezza questa che si somma alle evidenziate criticità nella definizione della circolarizzazione del debito pregresso”.