Inizio scuola, anche a Catanzaro si preannunciano malumori

Ad animare il malcontento è la riforma “La Buona Scuola”

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    Gli studenti catanzaresi sono costretti a dire arrivederci alle vacanze estive e sono pronti a iniziare un nuovo anno scolastico. Ma il suono della prima campanella pare che domani mattina, anche nel capoluogo calabrese, sia destinato a essere accompagnato da malumori. Ad animarli è ancora la riforma cosiddetta “La Buona Scuola”, legge 107/2015, che fin dalle sue origini non fa che mietere disappunto. Una riforma, “disapprovata” su più punti: modalità di immissione in ruolo, funzioni attribuite al dirigente scolastico, meccanismo di valutazione dei docenti, che, come in altre città italiane, il primo giorno di scuola farà scattare un’assemblea sindacale territoriale provinciale, della durata di tre ore, dalle 8,30 alle 11,30, indetta da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Snals-Confsal, Gilda-unams e Cobas Scuola e convocata per il personale docente e ATA delle scuole della provincia, nei locali dell’Istituto Superiore “Grimaldi –Pacioli”, sede di via Sebenico, nel quartiere Lido di Catanzaro. All’ordine del giorno, le ripercussioni della nuova legge sull’anno scolastico e le iniziative di mobilitazione. Lo start della scuola a Catanzaro si prefigge quindi non tanto sereno. E a rischio. Perché, essendo stata l’assemblea sindacale convocata durante l’orario scolastico, il suono della campanella potrebbe slittare, anche se non in via ufficiale, di qualche ora. Intanto, sul sito dell’I.I.S. “Fermi” si legge che la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico, alla presenza degli studenti delle prime classi e dei loro genitori, nonché delle eccellenze degli esami di Stato 2015, proprio in virtù della riunione sindacale, è stata rinviata al 18 settembre. E in un’altra comunicazione urgente per i docenti, si legge pure che coloro che intendono partecipare all’assemblea devono consegnare domanda scritta di partecipazione entro il 10 settembre, e presentarsi a scuola per le 8,10, nel caso siano in servizio alla prima ora, prima di recarsi alla convocazione sindacale, rientrando poi in classe alle ore 12, se in servizio alla terza ora. Precauzioni che, con molta evidenza, mirano a evitare che l’assemblea possa pregiudicare il sancito inizio dell’anno scolastico. Che, ad ogni modo, potrebbe risultare difficoltoso qualora tutti i docenti o la grande maggioranza di questi dovessero parteciparvi. Si appresta così a essere turbato l’inizio di una Scuola che da anni tenta di migliorare la qualità dell’insegnamento, prendendo a braccetto la tecnologia digitale, ma continua a lasciare nello sconforto il personale Ata e la classe docente. E se, da una parte, a fare le spese delle scelte governative c’è il popolo di precari bramosi di un posto fisso, pronti a enormi sacrifici, come quello di abbandonare la famiglia per raggiungere la sede a cui si è stati destinati. Dall’altra parte dell’universo Scuola, ci sono gli studenti bisognosi di una continuità didattica, che appare ancora in pericolo. Studenti ai quali la riforma ha promesso più arte, lingue, musica, sport, economia, diritto, competenze digitali ed educazione alla cittadinanza, ma anche più stage con l’alternanza scuola-lavoro e sicurezza all’interno degli edifici scolastici. Studenti che non possono non accingersi ad iniziare un nuovo percorso scolastico già stanchi e disorientati dinnanzi una Scuola che “cambia” di continuo. E tanto a discapito delle giovani menti che, come gli adulti, hanno bisogno di “stabilità”. Assunta Panaia

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