L’infanzia pretende salvezza, emergenza per emergenza

Il convegno del Comitato regionale di Unicef. Il ruolo del Terzo settore, delle istituzioni, dell’impresa e dello sport. È intervenuta la presidente nazionale Carmela Pace

Chiede salvezza, Giuseppe Raiola, presidente dell’Unicef calabrese, prendendo a prestito il titolo di Daniele Mencarelli. Salvezza per tutti gli ingorghi, le asperità, le brutture che direttamente e indirettamente si infrangono su bambini e adolescenti in questo scorcio di secolo. Lo fa, Raiola, oltretutto e prima di tutto stimato direttore di pediatria al “Pugliese” di Catanzaro, ricorrendo all’anafora, la ripetizione ossessiva di “salvezza” a inizio di ogni snodo in cui necessita ottenerla.

Generico giugno 2023

Chiede salvezza per le anime che hanno abbandonato i corpi ricoperti dalle bianche lenzuola sulla spiaggia di Cutro e che giacciono sul fondo al largo di Pyros, simbolo di un’umanità che non sa più accogliere specie i più poveri, ma subito dopo” verso tutti coloro che non hanno avuto la forza e il coraggio di ribadire il rispetto dei diritti umani e il dovere dell’accoglienza verso chi è spinto dalla disperazione”. E ancora “salvezza per tutti i bimbi vittime di guerre e soprusi che necessitano di un immediato aiuto sanitario e umanitario; per i 7 milioni di bambini ucraini, per i forse 300mila bambini ucraini deportati in Russia, per i 6 milioni di bambini siriani, per gli 11 milioni di bambini dello Yemen, dei 15 milioni di bambini afghani, e ancora per i milioni della Nigeria, del Sael dell’Etiopia, del Myanmar, del Sud del Congo, dell’Iran, del Sud Sudan del Venezuela, salvezza per gli oltre 6 milioni di bambini tra Siria e Turchia che hanno subito anche il devastante terremoto”. E così via, pericolo per pericolo, guerra per guerra, emergenza per emergenza, frustrazione per frustrazione, nell’infinito rosario di situazioni e problemi che attanagliano l’umanità tutta e quella più giovane in particolare, che non è più bambina e non è ancora adulta, della quale il professionista ha “incontrato lo sguardo che conteneva tutto il dolore del mondo” e nel quale è naufragato egli stesso.

 

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È stato, questo di Raiola, un dire commosso e commovente che ha aperto il convegno di Unicef regionale al Circolo cittadino Catanzaro 1871 “Le emergenze sanitarie e sociali per i minori del terzo millennio – l’attività dell’Unicef in Calabria, il ruolo del Terzo settore, delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e sportivo – Come e perché fare rete”. Convegno dal tema impegnativo che, davanti alla presidente del Comitato nazionale Unicef Carmela Pace, è stato anche occasione per celebrare l’attività meritoria in favore dell’infanzia e dell’adolescenza dei comitati provinciali del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia svolgono in Calabria, riuniti dal presidente regionale intorno ai presidenti dei Comitati provinciali di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia, rispettivamente Costantino Mustari, Monica Perri, Alessandra Tavella, Gaetano Aurelio. “Accendiamo i riflettori sull’attività dei comitati provinciali della Calabria – ha detto il presidente del Comitato regionale Raiola – che si sono dimostrati particolarmente attivi e hanno portato avanti progetti che incidono su benessere dei bambini, non solo fisico ma a 360 gradi così come vuole l’OMS, fisico psichico e sociale. I fondi raccolti equivalgono o sono anche superiori a quelle di regioni con popolazioni e risorse nettamente superiori alle nostre”.

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“Conoscere, prevenire, curare le emergenze sociosanitarie dei ragazzi – ha detto da parte sua la presidente nazionale Carmela Pace -. Con il progetto ‘Scuola Amica’ portiamo nelle scuole questi temi, oltre che del clima, della povertà educativa e di tutto quanto emerso nell’ultimo periodo. Fare rete è importante, più siamo e più cose riusciamo a realizzare”.

 

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La giornata di studi si è articolata in un ricco panel di relazioni iniziate con la prolusione di Giuseppe Raiola e proseguita poi con l’avvocata reggina Paola Surace, consigliere nazionale Unicef (“La violenza sui minori nella nostra regione: Anatomia di un fenomeno emergente”), la vice sindaco di Catanzaro Giusy Iemma (“Catanzaro Città amica dei bambini e dei ragazzi? Una sfida che guarda al futuro”); di interventi di operativo come quello di Frank Santacroce, presidente gestione del settore giovanile dell’US Catanzaro e di Pietro Falbo sul ruolo del mondo imprenditoriale e sportivo; di tavole rotonde come quella presieduta da Maria Concetta Galati, direttore dell’oncoematologia pediatrica al “Pugliese Ciaccio”, di Maria Rita Galati e Roberta Petrillo sulle buone pratiche di comunicazione, anche social, sui minori e ai minori.

Nel pomeriggio spazio anche alla grande letteratura calabrese con Gioacchino Criaco, che ha rispolverato, adattandolo all’occasione, il suo fortunato “Anime nere” a alle più giovani tra queste: “Le emergenze – ha detto lo scrittore – sono tantissime. L’emergenza più importante è culturale. Il calabrese non ha il futuro nei tempi verbali, noi calabresi il futuro lo dobbiamo cercare in ciò che ci sta intorno, non c’è cosa che stia più nel futuro che quello dei ragazzi, è il loro futuro ma è anche il nostro. Noi che siamo avanti nell’età questo possiamo fare, averne cura. Questa è l’emergenza principale, ci siamo dimenticati di avere cura. Da qualcuno che ne abbia avuto per noi, a sufficienza oppure poca quando eravamo bambini, dipende ciò che siamo diventati e che loro diventeranno, è il patto fondamentale che muove non solo la Calabria, ma l’Italia e il mondo”.

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“Le emergenze sanitarie e sociali dei minori sono un tutt’uno – ha dichiarato a Catanzaro Informa Giuseppe Raiola -. Lo abbiamo vissuto nella pandemia, quando ancora si pensava che il Covid 19 non colpisse i minori. Ma li ha presto colpiti in maniera differente, perché ne hanno risentito dal punto di vista psicologico, ne sono stati devastati. O raccogliamo in negativo i frutti relativi alla limitazione della socializzazione che si ripercuote in maniera grave, mostrando punte di una gioventù senza scopo. Questo è un dramma quotidiano nei reparti dove gli accessi per problematiche psichiatriche sono aumentati del 30 per cento, mentre i tentativi di suicidio sono aumentati in maniera esponenziale. È una gioventù che sta male, e noi adulti ne siamo stati gli attori e gli artefici, noi che non abbiamo saputo gestire al meglio ciò per cui eravamo incolti e non eravamo preparati”.