Catanzaro calcio: il mood è “vaghità”, tifosi sopra la follia fotogallery

Giocheremo con equilibrio, ma con la consapevolezza che quella di ieri e quella di domani è sempre , la solita, fantastica, follia d'amore

L’equilibrio sopra la follia. Eccola la ricetta di questi maledetti e bellissimi play off. Il mood è chiaro: “vaghità”. Guai a voi (noi) se pensiamo e diciamo di voler andare chissà dove. L’ipotesi di riaprire lo stadio, poi, è assolutamente da scartare perchè sarebbe assolutamente contraria al vago-style. “Stacitivi ala casa”, disse il saggio.

Morale della favola: lasciate il mondo come si trova e affidatevi all’equilibrio sopra la follia. Perchè, signore e signori, la storia, soprattutto quella di quest’anno, ci ha insegnato che se mettiamo la follia sopra l’equilibrio facciamo la fine dei poveri e pazzi. Se, invece, sopra la nostra amatissima follia ci spargiamo un po’ di sano equilibrio, male che va rimaniamo solo pazzi ma ancora molto ricchi di entusiasmo e passione. Già, entusiamo e passione.

Ma ieri, quanto eravamo belli? Oh mio Dio. La scena è epica: la gente si avvicina lentamente al PoliGiovino con mascherina e sciarpa e si guarda bene da abbracci e baci, in fondo il covid la fa ancora da padrona. Ma poi? Poi basta, poi è assembramento. Catanzaro mostra con orgoglio i suoi colori e leva maschera e mascherina. Si urla talmente tanto che si mostra il nodo in gola, lo vedi pure da lontano e senza dover fare una gastroscopia. Scattano le vene del collo, si canta il Vangelo: “Noi siamo il Catanzaro”. In quel momento la follia è parecchio sopra l’equilibrio e le emozioni sovrastano Giovino. Un anno e mezzo lontano dal primo amore sono tanti, sono troppi. Soprattutto se negli ultimi mesi la tifoseria ha dovuto guardare da casa la squadra che ha sempre sognato: uomini veri che lottano e sudano la maglia. Gli stessi uomini che ieri apparivano imbarazzati ed emozionati, occhi lucidi e volto narrante: e mo che gli diciamo a questi? Ma davvero sono così tanti per un allenamento del venerdì, sotto il sole e al tempo covid? Si, tutto vero. Difatti state assistendo ad un inutile antipasto di quella grossa abbuffata che ci sarà se dovesse succedere quello che la “vaghità” non ci farà dire mai. E ci si mette pure RaiSport.

L’eco di quei cori calma il mare. Il primo sole da caldo torrido splende sulla tifoseria e accende il giallo, illumina il rosso. Giovino trema. Le parole dei cori tornano indietro, vanno sul lungomare e rituonano sul campo. Catanzaro sogna. Ma stavolta con l’equilibrio di chi ha perso tante occasioni per colpa di una follia sopra l’equilibrio che si è sempre trasformata in presunzione, pressione, aspettativa. Stavolta no. Abbiamo imparato che sarà dura e che abbiamo le stesse chance degli altri. Sappiamo che la storia non fa classifica e che alla lotteria non vince il più bello. Stavolta lo sappiamo che dobbiamo tifare e aspettare; tifare e non criticare; tifare e sperare; tifare e vagheggiare. Stavolta lo sappiamo che in campo avremo uomini che lotteranno per noi, insieme a noi. Avranno nei loro piedi la nostra fede e sapranno portare in campo un aspetto che ci rende diversi: le emozioni. Stavolta abbiamo una società e un allenatore che stanno dalla nostra parte e sono disposti a morire sul campo insieme a noi. Stavolta lo sappiamo che ce la giocheremo con equilibrio, con la consapevolezza che quella di ieri e quella di domani è sempre , la solita, fantastica, follia d’amore.