Catanzaro-Cosenza, derby d’equilibri. Galeano: “Può sbloccarlo la fantasia”

Il napitino, ex giallorosso e rossoblù: «Squadre entrambe forti, Vandeputte e Tutino i crack. Vivarini un amico ed un grande allenatore. Bello vedere entrambe le piazze in B. Ed il cammino precedente non inciderà»

Neutrale, un po’ come la Svizzera. A chi gli chiede a quale delle sue ex squadre oggi guarda con maggiore affetto e per quale magari tiferà dal divano nel prossimo derby del “Ceravolo”, Domenico Galeano risponde con grande diplomazia, distribuendo buffetti d’affetto sia a destra che a manca. Troppo hanno significato per lui Catanzaro e Cosenza: scegliere i giallorossi anziché i rossoblù significherebbe voltare le spalle a chi per primo lo ha lanciato nel professionismo, preferire i lupi alle aquile invece dimenticare una parentesi d’amore durata sì solo due anni ma tanto intensa e tanto profonda. Meglio defilarsi dalla scelta ed in vista del big match del prossimo weekend «tifare per il bel calcio che entrambe hanno dimostrato di saper mettere in campo»; l’unico auspicio? «Che possa essere un derby bellissimo sotto il profilo tecnico e dell’agonismo, non sporcato da atti di violenza dentro e fuori lo stadio».

 

DOPPIO PASSATO – «Di entrambe le esperienze ho ricordi bellissimi – dice l’ex offensivo, ora allenatore nelle categorie inferiori – A Cosenza arrivai dalla Palmese: fu Di Marzio a scoprirmi e a portarmi in ritiro a Bressanone nel ’90: da lì iniziò la mia avventura nel professionismo che sarebbe proseguita a Lamezia e successivamente a Catanzaro». In giallorosso il napitino approdò nell’estate ’94 e decisiva per il suo ingaggio fu una telefonata di Enrico Nicolini. «Il primo anno fu stupendo – rammenta – insieme a Peppe Delle Donne riuscì a mettermi in mostra alla grande, il secondo invece fu travagliato per tanti motivi, non ultimo la scomparsa dei miei genitori». Cinquantaquattro i gettoni con le aquile e dodici i centri – «qualcuno pure particolare, tipo da calcio d’angolo» – poi nell’estate successiva l’addio. «Se ci ripenso torna sempre il sorriso – ammette – il grande entusiasmo della tifoseria, la passione che si respirava in città. L’aria del derby la respiro oggi in altro modo, vivendo in provincia di Cosenza ma con entrambe ancora nel cuore».

 

INIZIO E DERBY – Vederle a braccetto ai piani alti della B non può che essere per questo una grande soddisfazione. «Le piazze meritano questo palcoscenico – il parere di Galeano – La rivalità è giusto che ci sia ed anche lo sfottò ma bisogna limitarsi a questo. In fondo sono sempre due calabresi e devono tenere alto il nome della Calabria sportiva». Finora lo hanno fatto molto bene a tratti anche stupendo gli addetti ai lavori della cadetteria. «Il campionato di B è sempre particolare: si può vincere con chiunque e perdere con la stessa facilità. Sia Catanzaro che Cosenza sono partite bene e questo è un fattore importante per l’obiettivo che entrambe hanno fissato come principale, vale a dire la salvezza. Prima riusciranno a centrarla, prima si potrà aspirare ad altro: gli ingredienti per fare qualcosa in più ci sono tutti e nessun traguardo è precluso».

 

VIVARINI – Un ulteriore elemento renderà la gara di domenica speciale per il doppio ex ed è l’amicizia con il tecnico giallorosso Vivarini – guarda un po’ il caso – compagno di spogliatoio proprio nell’avventura in terra bruzia con Di Marzio. «Il rapporto è particolare – spiega il pizzitano – Condividemmo il ritiro di Bressanone e da lì nacque una bella amicizia. Uscivamo sempre insieme, era lui a portare me in giro con la macchina; non vedo l’ora di salutarlo e rinverdire quel passato». Questo forse il tasto su cui Galeano si sbilancia di più assegnando pieno merito al collega giallorosso per la trionfale cavalcata dello scorso anno e per l’inizio brillante di quello attuale. «E’ un ottimo allenatore che ha dimostrato il suo valore negli anni – analizza – Certo deve avere tempo per inculcare la sua filosofia alla squadra ma quando riesce a farlo i risultati si vedono. In C semplicemente non c’è stata storia e quest’anno ha iniziato sulla stessa falsariga prima di Como, Modena e Venezia. Quando vinci l’entusiasmo è sempre alle stelle ma è nel periodo negativo che si riconoscono i forti, da come si rialzano».

 

FAVORITI O RISULTATI – Proprio le tre sconfitte ammaccate nelle ultime giornate renderanno al Catanzaro questa sfida una sorta di snodo per la stagione; per Galeano «il tris di giri a vuoto non condizionerà affatto i giallorossi» che anzi avranno in gara la possibilità di voltare pagina alla grande. «I derby sono partite non convenzionali, match che addirittura non ci sarebbe nemmeno bisogno di preparare in settimana, e che nulla hanno a che fare con il cammino precedente delle squadre – spiega – L’adrenalina alla scesa in campo è pazzesca, si ha la consapevolezza che quella partita pesi molto più dei tre punti, e a contare è l’attimo che si vive, il momento». Lapalissiano dunque che sia impossibile individuare un favorito sulla carta – «Non ne esistono, partono alla pari sia sul piano della motivazione che su quello tecnico» – l’esempio portato da Galeano è quello di un’altra supersfida tutta calabrese – lo scontro tra Reggina e Cosenza dello scorso anno – iniziata in un modo, finita poi con il segno opposto. «L’equilibrio è totale in questi match anche se può essere rotto da una minuzia, da una disattenzione o da una giocata».

 

CHI PUO’ DECIDERLA – Su chi potrà firmarla qualche idea c’è: «Sponda Catanzaro direi Vandeputte: un giocatore che adoro e che ha la fantasia giusta per accendere le grandi occasioni; sponda Cosenza invece Tutino: uno capace di toccare anche solo un pallone durante tutta la partita ma di capitalizzarlo al massimo».