Parma-Catanzaro, derby per Corapi: ‘Sarà spettacolo al Tardini’

Il doppio ex verso la sfida di pasquetta: «Aquile che divertono e che possono arrivare in alto, ducali più pratici e pronti per la A

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Se hanno rappresentato così tanto e così tanto si è dato per essi, due colori possono rimanere sulla pelle anche una volta levata la maglietta ed appesi gli scarpini al chiodo.

Il giallorosso ed il gialloblu tanto hanno significato per Francesco Corapi. Divenendo negli anni sfondo dei primi calci nella città natale, cornice della fase più matura della carriera da calciatore, background di un commiato di ritorno e a ben vedere pure della ripartenza nella nuova veste di allenatore.

Giallorosso e gialloblu, in altre parole: Catanzaro e Parma. Un tutt’uno d’amore che alla domanda “chi vincerà lunedì?” senza indugiare e senza sbilanciarsi gli fa rispondere «sarà pareggio con gol».

RICORDI E PROSPETTIVE – Del rapporto con le aquile si sa già tutto: l’ultimo capitolo del 2020/21 ha avuto il merito di rinsaldare un vecchio legame pur non riuscendo a coronarlo con una scalata comune; diverso da questo punto di vista l’esperienza parmense spalmata dal 2015 al 2018 e costellata di promozioni: due e mezza, dalla D alla B. «Anni bellissimi – ricorda l’ex – dai quali porto dietro l’affetto della gente, le amicizie nello spogliatoio ed il ricordo di un derby vinto contro la Reggiana».

Quel Parma non era poi tanto dissimile da quello attuale come invece lo è – in meglio – il Catanzaro di oggi da quello abbracciato da lui a fine carriera. «Il primo è lanciatissimo e per come la vedo io conquisterà presto la A – l’analisi di Corapi – A livello d’organico non ha rivali: è un gruppo giovane e forte e la conferma di Pecchia è stata una mossa alla lunga azzeccata. Il fattore programmazione ha fatto la fortuna anche del Catanzaro – la constatazione – Il suo successo in C è partito dal playoff perso contro il Padova l’anno prima ed in B i giallorossi si stanno dimostrando all’altezza della nuova categoria».

Con troppa faciloneria qualche addetto ai lavori aveva predetto in estate un ruolo di “squadra materasso” per Vivarini ed i suoi: «Si sono dovuti ricredere tutti – l’opinione dell’ex capitano – Oggi il Catanzaro è una squadra che fa paura, che gioca a memoria e che se la guardi giocare ti diverti pure. Nulla gli può essere precluso: con le altre big ha sempre fatto bene, quindi perché non sperare in qualcosa di più grande?».

In quest’ottica molto dirà l’ultimo frangente di torneo che partirà proprio a Pasquetta, dal “Tardini”, ed indirizzerà in via definitiva il destino: «Turni impegnativi attendono all’orizzonte ma se i ragazzi ne usciranno bene il carico di entusiasmo potrebbe valere oro».

QUEL KAPPAO BRUCIANTE – Resta da capire quanto e se potrà incidere psicologicamente in questo primo step il ricordo dello zero a cinque dell’andata: per Corapi un risultato anche troppo severo, figlio di una fase già avanzata di “adattamento” da parte degli avversari alla novità tattica vivariniana.

«L’avesse incontrato prima per il Parma probabilmente sarebbero stati dolori – il giudizio – Con il passare delle giornate invece si è capito che prendere il Catanzaro alto avrebbe significato andare incontro ad un suicidio; su queste basi Pecchia l’ha preparata facendo rimanere i suoi dietro la linea della palla e sfruttando le ripartenze: la differenza questa volta potrà farla la maturità acquisita dalle aquile che con il tempo si sono fatte più quadrate ed equilibrate. Al di là del fatto che se fosse entrata quella palla di Biasci a settembre non sarebbe certo finita così…».

UOMINI – Facile per parte giallorossa individuare l’uomo copertina della stagione e per la gara – «Iemmello senza dubbio, capitano ed anima del gruppo» – meno semplice farlo per le schiere opposte con più candidati alla nomination, distribuiti qua e là per i reparti.

«Potrei dire Man, che all’andata ha fatto anche cose eccelse, ma farei un torto a Bonny e Barnabé che fin qui hanno assicurato tanto. Ultimamente anche Delprato si è rivelato importante in fase realizzativa: dico lui che è capitano così pareggiamo i conti ed accontentiamo tutti».

In cosa le due squadre si differenzino invece è chiaro e trova le radici in panchina: «l’undici di Vivarini si diverte a giocare e si vede, quello di Pecchia è più pratico», garanzia questa pure di spettacolo per un match che si preannuncia tra più intensi della stagione.

CONIUGATI ALL’INFINITO – E il presente? Il presente vede Corapi tifoso e non più calciatore, allenatore di una squadra che porta il nome del suo primo amore ed i colori sociali del secondo. Da tempo infatti è iniziata la sua avventura alla guida della Vigor Catanzaro – «campioni con solo tre pareggi nella categoria giovanissimi e quinti lanciati per i playoff con gli allievi» – per la quale è già in cantiere tra l’altro anche la pratica di affiliazione al club ducale. Giallorosso e gialloblù, sempre. Intrecciati all’infinito.

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